Aprile arrivò e in mano portò un ramo fiorito. Vide che Marzo,
pazzerello, aveva fatto il suo dovere, ma non troppo.
C’era qua e là qualche
fiore, c’era, lassù, qualche spicchio
di cielo azzurro, ma a lui questo non bastò.
Spazzò il cielo e allontanò le nuvole, liberando il tiepido
sole che con i suoi raggi scaldò la
terra. Con il suo ramoscello, Aprile accarezzò
gli alberi e subito in essi ogni foglia si aprì
e ogni fiore sbocciò.
Anche il tasso, laggiù
nella sua tana, sentì che qualcosa
era cambiato.
Aprile si fermò a guardare
e, con voce leggera, mormorò:- Ora, sì, è primavera! Non è più
tempo di dormire.
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